Slow Food ha scelto Casa de Rinaldi per il Laboratorio del Gusto organizzato nell’ambito del Progetto POIGA - Progetto Operativo Innovativo Grani Antichi – ed affidato al maestro Salvatore de Rinaldi la realizzazione di un menù che ha spaziato dall’antipasto al dolce all’insegna delle eccellenze enogastronomiche campane e non solo.
L’intero menù ha visti protagoniste farine dei grani che sono memoria della nostra terra, tutte le portate dalle pizze al pane, alla pasta sono state realizzate con la Saragolla, la Marzellina, la Romanella e la Ianculedda, coltivati un tempo e reintrodotti oggi nel Sannio, in Irpinia e nel Cilento.
Ospiti d’eccezione
La cena, è stata condotta e raccontata da Mimmo Pontillo, referente di Slow Grains, la rete tematica internazionale di Slow Food che unisce tanti piccoli produttori e trasformatori della filiera dei cereali tradizionali. Hanno partecipato inoltre il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del Sannio prof. Gerardo Canfora e il Direttore del Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM) prof. Gaetano Natullo, è stata arricchita dal contributo del prof. Giuseppe Marotta, co-Rettore dell’Università degli Studi del Sannio e responsabile scientifico del Progetto POIGA, che ha raccontato gli obiettivi del progetto dedicato ai grani tradizionali.
Il rinnovato riconoscimento a Salvatore de Rinaldi
Momenti di forte emozione per Salvatore de Rinaldi che ricevuto una menzione particolare come esponente dell’Alleanza Slow Food, progetto che mette insieme il mondo della ristorazione, dei cuochi e dei pizzaioli in relazione e sinergia sostenibile con i piccoli produttori.
A questo proposito le parole del maestro Sasà “Il grano di oggi della filiera tradizionale ha tutto lo stesso sapore, c’è un appiattimento segno anche di una qualità che sta scomparendo. Mentre i grani antichi hanno in primis un profumo diverso ed aromi che anche dopo la cottura continuano ad esaltare le pietanze. Chi ama profondamente ciò che fa sosterrà senza alcun dubbio il progetto POIGA”.